Il buon cibo artigianale

Cibo artigianale significa cibo alternativo...

...cibo nella cui produzione l’artigiano ci mette per così dire la faccia, espressione della sua professionalità, con una lavorazione fondata sulla paziente opera dell’uomo e ingredienti naturali acquistati magari al mercato vicino e non frutto della ricerca del laboratorio chimico annesso alla fabbrica.

È chiaro che il cibo artigianale per le dimensioni necessariamente limitate della produzione, non potrà mai costituire un sostituto di quello industriale, anche a causa dei prezzi più elevati: esso costituisce però pur nella sua limitatezza ed almeno fino a quando gli sarà consentito dalle politiche nazionali ed europee, una voce dissenziente, non omologata né omologabile rispetto alla industrializzazione globale della produzione alimentare, un freno alla diffusione di un cibo che, pur essendo in regola con la legge, ne utilizza gli angoli bui per conseguire guadagni a prescindere dagli effetti sulla salute umana.

Gli artigiani del cibo sono convinti della necessità che sia ora per i consumatori di aprire finalmente gli occhi ed accorgersi dei limiti del prodotto alimentare industriale, recando in tal modo un servizio alla comunità che va oltre i loro personali interessi: è il progetto degli artigiani del cibo.

Per raggiungere questo obiettivo è necessario puntare sulla qualità e sulla garanzia dell’origine del prodotto artigianale: il prodotto cattivo scaccia quello buono dice la legge di Grishan (banchiere del 500 che si riferiva alla moneta). Se questo è vero nel mondo finanziario lo è ancora di più in quello dei consumi alimentari, dove la sopravvivenza di molti prodotti di qualità è stata fino ad oggi garantita da una nicchia all’interno del mercato.

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